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Quali sono i fattori che favoriscono i percorsi positivi in situazioni che appaiono disperate, come molte esperienze esistenziali dolorose e poco comprensibili, come quelle psicotiche? Chi ha scandagliato i racconti di centinaia di "sopravvissuti" (G. Hornstein), ha indicato una risposta chiarissima: disporre di almeno una persona che creda fermamente alla possibilità della tua "guarigione". Coerentemente con questa indicazione, le speranze ragionevoli, che sono il denominatore comune dei contributi proposti in questo testo, sono sempre speranze condivise. Le testimonianze dirette (P. Deeagan, A. Hart, R. Waddingham) ne sono una conferma evidente. Il contributo del curatore, quello di K. Weingarten e quelli finali, sulle pratiche dialogiche, consentono - soprattutto ai professionisti della salute e del sociale - di avere piena consapevolezza del proprio ruolo quotidiano di partner attivi nei percorsi positivi, resistendo alle lusinghe delle teorie biologiche della sofferenza mentale, che alimentano la disperazione e il pregiudizio di inguaribilità (che è l'ultimo impalpabile muro del manicomio).